Importanza e sicurezza della carne per bambini

In occasione del IX Congresso Nazionale FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), all’interno dell’incontro “Il ruolo delle proteine della carne nella crescita dei bambini”, alcuni esperti in Nutrizione, Sicurezza e Ambiente, hanno tracciato un quadro rassicurante sulla qualità alimentare della carne italiana e sugli impatti ambientali delle filiere zootecniche, sfatando quei miti che spesso impediscono alle famiglie di consumare serenamente questo alimento.

A livello nutrizionale, la carne è un alimento ricco di nutrienti, fondamentali nelle prime fasi della vita di un individuo. Non a caso è da inserire all’interno di una dieta varia ed equilibrata, nelle quantità suggerite dal modello della Dieta Mediterranea.

L’assunzione di alimenti di origine animale è raccomandata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che la consiglia per soddisfare pienamente i fabbisogni nutrizionali del bambino a partire dai 6 mesi di età. Le diete a base di soli vegetali, ricorda l’OMS, non apportano a sufficienza Ferro e Zinco, a meno che non si ricorra all’impiego di integratori o prodotti fortificati (fonte: World Health Organization, 2009).

Il Tg5 ha dedicato un ampio servizio a questo tema.

Le ricette della tradizione per un consumo sostenibile di carne

Lo Chef Massimo Bottura, patron dell’Osteria Francescana di Modena, con il patrocinio di Expo Milano 2015, ha presentato oggi a Milano “Il Menù sostenibile per il mondo delle carni”.

Lo chef Ambassador di Expo Milano 2015, ispirandosi alla ricca tradizione culinaria emiliana e dell’entroterra italiano ha preparato un Menù economicamente sostenibile e senza sprechi: 5 ricette, che grazie alla maestria del grande Chef, nobilitano tutti i tipi di carne, compresi i tagli più poveri.

“Ispirandomi alle ricette della tradizione emiliana rivisitate in chiave moderna – ha dichiarato Massimo Bottura – ho valorizzato tanti tagli di carne troppo spesso dimenticati, recuperando le abitudini del passato quando in cucina non si buttava via niente. Ed è proprio da questa idea che nascono alcuni dei miei piatti”.

La carne, infatti, è un alimento da sempre presente sulle tavole degli italiani nonché uno fra i protagonisti della dieta Mediterranea, che prevede un consumo moderato e vario di tutti gli alimenti, compresi quelli a base di proteine animali.

Nella società del benessere dove lo “spreco alimentare” ha raggiunto livelli insostenibili, il settore delle carni è fra i più virtuosi, sia dal lato della produzione che del consumo: i motivi di questa particolare sensibilità si devono ricercare nell’elevato valore economico, culturale e sociale, oltreché nutritivo, attribuito alla carne da parte dei consumatori e nella possibilità di poterlo recuperare in infiniti modi, dall’industria sino alla cucina di casa.

Qui di seguito trovate il servizio dell’Agenzia Italpress, che ha intervistato Massimo Bottura.

Carne e allevamento: le fondamenta dell’evoluzione dell’uomo

La pratica di consumare carne ha un ruolo fondamentale nell’evoluzione dell’uomo, evoluzione che, sotto diversi punti di vista, ha accompagnato l’essere umano attraverso i millenni, contribuendo nel tempo a farci raggiungere l’aspetto attuale e a porre le basi storiche della società e della cultura.
Un recente studio (Earliest Porotic Hyperostosis on a 1.5-Milion-Year-Old Hominin, Olduvai Gorge, Tanzania, 2012) afferma che dal Paleolitico inferiore, momento storico in cui l’uomo ha integrato la propria dieta a base di vegetali con l’assunzione di carne, si è verificata un’importante svolta evolutiva per l’umanità: lo sviluppo e la diffusione delle attività di caccia hanno, infatti, favorito lo sviluppo cognitivo, fisiomorfologico e anatomico dell’uomo creando le basi per fondamentali cambiamenti sociali.
Se da una parte la caccia, pratica che implicava capacità di comunicazione, pianificazione e organizzazione, ha contribuito allo sviluppo dell’intelligenza degli ominidi, dall’altra un’alimentazione a base di carne ha determinato dei cambiamenti nella struttura corporea e fisiologica degli stessi, rendendoli ancor più adatti ai lunghi spostamenti e favorendo, quindi, l’opportunità di esplorare e colonizzare nuove aree.
L’uomo, verso la fine del Pleistocene, ha iniziato a dare vita alle prime forme di civiltà sostituendo l’azione “predatrice” nei confronti dell’ambiente con l’allevamento del bestiame e l’attività di raccolta con la coltivazione del terreno: le prime zone impiegate per l’allevamento furono le stesse che videro la nascita dell’agricoltura.
Come abbiamo visto è da millenni che gli animali rappresentano una risorsa alimentare ed energetica fondamentale che incide positivamente sull’aumento della durata della vita e della fertilità.

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