Prodotti DOP e IGP: un patrimonio di eccellenze gastronomiche

L’Unione Europea tutela la tipicità di alcuni prodotti alimentari tramite il riconoscimento dei marchi DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Tipica).
Queste denominazioni, riconosciute su tutto il territorio europeo, vengono assegnate solo a quei prodotti che:
– rispettano un Disciplinare di produzione;
– presentano un’elevata qualità organolettica;
– presentano un forte legame con il territorio.

La localizzazione geografica dell’area di produzione è l’elemento caratterizzante delle denominazioni: il nome del territorio deve richiamare tecniche di produzione tradizionali, uniche di un luogo specifico, e la presenza di caratteristiche naturali, quali condizioni climatiche, esposizione dei terreni e composizione del suolo.
La funzione di questi marchi è triplice:
tutelare i prodotti da abusi e imitazioni;
tutelare i consumatori, attraverso la garanzia di un’informazione affidabile sui prodotti che acquistano;
tutelare le zone rurali, il cui sistema socioeconomico spesso dipende dallo sviluppo di produzioni agroalimentari di qualità e tipiche.

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Gli italiani e il consumo di carne

Per valutare l’ammontare dei consumi alimentari (e quindi anche di carne) da parte delle famiglie italiane e comprendere l’esatta natura dei cambiamenti in corso nella loro dieta, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF) ha commissionato all’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) e SCAI un’indagine nazionale sui reali consumi alimentari delle famiglie in casa e fuori casa, condotta negli anni 2005-2006.

Lo studio è stato condotto su un campione casuale di italiani e ha coinvolto 1.329 famiglie distribuite sull’intero territorio per un totale di 3.323 soggetti da 0 a 97 anni (1.501 maschi e 1.822 femmine), divisi per fasce d’età e area geografica di appartenenza.

Valutando le registrazioni apportate dagli intervistati su un apposito diario alimentare, l’INRAN riferisce di un consumo medio di carne (inclusi derivati e frattaglie) da parte degli italiani (adulti) di 110 grammi pro capite al giorno (corrispondente quindi a poco più di 40 chilogrammi pro capite all’anno), una quantità peraltro ridotta del 20% rispetto alla precedente rilevazione dei consumi alimentari degli italiani del 1994-1996 (INN-CA).

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