La riscoperta del quarto anteriore del bovino: l’hamburger

Il quarto anteriore del bovino possiede tutti i requisiti per fornire un alimento ben calibrato sotto il profilo nutrizionale. Eppure in passato è stato un problema per i produttori di carne riuscire a sfruttarlo e a valorizzarlo.
La parte anteriore del bovino, al pari di quella posteriore, è di ottima qualità ma tradizionalmente più difficile da cucinare. Infatti le caratteristiche di questi tagli li rendono adatti per lo più a prodotti di lunga cottura (brasati, bolliti, stracotti), non più in linea con le tempistiche e le esigenze della famiglia moderna.
Oggi, invece, proprio grazie al quarto anteriore possiamo assaporare gli hamburger, pietanza assai amata da giovani e non.
Il seguente video ci spiegherà nel dettaglio il mondo della lavorazione delle carni e della produzione di milioni di hamburger.

Studio sull’impatto ambientale degli hamburger

Hamburger

Inalca, principale produttore italiano di hamburger, ha sviluppato il primo studio assoluto di tipo LCA (Life Cycle Assessment) per quantificare realmente gli impatti ambientali associati alla filiera di produzione degli hamburger.
Lo studio ha misurato specificatamente gli impatti e consumi degli hamburger costituiti dal 100% di carne bovina, ottenuti da animali appartenenti a razze da latte.
Lo studio è stato realizzato dalla società indipendente “Life Cycle Engineering” di Torino tenendo conto delle PCR – Product Category Rules pubblicate dall’International EPD® System a settembre 2012, che costituisce una delle metodiche di LCA più qualificate ed utilizzate a livello internazionale.

Innovazione, tecnologia, sicurezza alimentare e responsabilità sociale d’impresa, sono i punti cardine dell’attività di Inalca. Per esempio, nell’ambito della sostenibilità ambientale, Inalca autoproduce oltre il 50% del proprio fabbisogno energico tramite sistemi interni di cogenerazione industriale distribuiti nei principali stabilimenti produttivi. In aggiunta, lo stabilimento di Ospedaletto Lodigiano (LO) autoproduce circa il 18% del proprio fabbisogno di energia elettrica tramite un impianto di digestione anaerobica che utilizza come fonte rinnovabile solo scarti derivanti dai propri processi industriali.
Per migliorare ulteriormente i propri processi produttivi e limitare quanto più possibile l’impatto ambientale, Inalca ha sviluppato il primo studio assoluto di tipo LCA – Life Cycle Assessment – per quantificare gli impatti ambientali associati alla catena di filiera di produzione degli hamburger, con lo scopo finale di calcolare in modo realistico gli impatti ambientali degli hamburger prodotti da Inalca.
Lo studio è stato realizzato dalla società indipendente  “Life Cycle Engineering” di Torino.

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